Una delle raccolte storicamente e artisticamente più importanti della Pinacoteca è quella dei dipinti veneti dei secoli XV e XVI provenienti tutte da chiese e conventi di Terra di Bari.
La presenza di tali opere in ambito pugliese non deve stupire in quanto essa non è che il riflesso degli intensi rapporti economici e commerciali che legarono Venezia alla Puglia sin dal Medioevo.
Sull’onda di tali scambi, non è difficile immaginare che potessero arrivare numerosi dipinti che costituivano, per i committenti pugliesi, una sorta di status symbol.
Grande diffusione ebbero su entrambe le coste dell’Adriatico, e non solo su queste, i polittici di Antonio e Bartolomeo Vivarini, due prolifici artisti che nella seconda metà del Quattrocento tennero bottega a Murano, cui più tardi si aggregherà il figlio di Antonio, Alvise.
Mentre i Vivarini inviano in Puglia una gran messe di opere, [altre ne troviamo a Polignano, a Rutigliano, a Lecce, un’altra, ora a Venezia, era a Conversano,] Giovanni Bellini ne invia una sola per la cappella Indelli nella chiesa di San Domenico a Monopoli; si tratta di un monumentale San Pietro martire ritto contro un parapetto in breccia di Verona, la testa e il petto trafitti dai pugnali con i quali fu martirizzato.
Dalla cattedrale di Bari provengono tre dipinti anch’essi giunti in Puglia dal Veneto. Di altissima qualità quello raffigurante la Madonna col Bambino tra Sant’Enrico e Sant’Antonio firmato da Paris Borbon (1500-1570), il raffinato pittore trevigiano la cui cultura, attenta tanto a Giorgione quanto a Tiziano, costituisce uno dei più alti raggiungimenti della pittura veneta del Cinquecento.
Se la presenza in Puglia di un pittore raffinato e schivo come Bordon è certamente frutto di una conoscenza diretta da parte del committente, diverso è il caso di Paolo Veronese (1528-1588) e di Tintoretto (1518-1594), la cui notorietà varca i confini della repubblica veneta. [Del Veronese resta in Pinacoteca un dipinto assai danneggiato raffigurante la Madonna col Bambino tra Santa Caterina d’Alessandria e Sant’Orsola mentre di Jacopo Tintoretto è la grande tela con Cristo che appare a San Rocco tra gli Appestati.]
Con la fine del XVI secolo le importazioni da Venezia si fanno sempre più rare, causa il passaggio della Puglia nel 1503 al viceregno napoletano e lo spostarsi del baricentro economico nel Mediterraneo occidentale. Questa circostanza si riflette in un certo modo nell’assenza nella collezione veneta della Pinacoteca di opere di epoca posteriore. La presenza di un dipinto di Palma il Giovane, pittore che inviò in Puglia un certo numero di opere, non è indicativa dato che la sua provenienza non è pugliese.
Più tardi troviamo solo la bellissima Natività del veneziano Andrea Celesti (1637-1712) pervenuta, chissà come, nel vecchio Museo Provinciale e di qui in Pinacoteca.