Il giorno 08/03/2023 in occasione della giornata internazionale delle donna l'ingresso per le donne sarà gratuito.
Negli orari di apertura al pubblico sarà possibile assistere nella sala conferenze della Pinacoteca alla proiezione: "Autoritratti al femminile. La donna attraverso il suo sguardo".
Molteplici sono gli elementi che caratterizzano il genere dell'autoritratto in ambito femminile, non assimilabile a quello maschile dal quale per esempio si discosta per l'assenza del motivo dell'autoglorificazione e dell’allegoria simbolica (fatta eccezione per Artemisia Gentileschi o Angelika Kauffmann), piuttosto proiettato nell'assorta concentrazione del proprio mondo interiore.
L'età che trascorre inesorabile costituisce un altro fattore ricorrente per questo genere di rappresentazione. Sul finire dell’Ottocento e, ancor più, nel Novecento la rivendicazione della propria identità contro precostituiti canoni di bellezza e giovinezza darà luogo ad audaci invenzioni e significativa in questo ambito si configura l'esperienza di Kähe Kollwitz. Sono almeno cento gli autoritratti da lei realizzati con le tecniche più disparate, lasciando emergere l’intenzione a dare forma ai propri stati d’animo e alle proprie emozioni. I primi piani sul volto attestano la volontà di puntare sulla rappresentazione dell’essenziale, scandendo le diverse fasi della vita, dagli anni giovanili fino a quelli della tarda maturità in cui l’artista si propone con semplicità e senza alcun abbellimento.
Il Novecento, soprattutto a partire dai movimenti d’avanguardia, è contrassegnato da un consapevole atteggiamento di rivolta contro gli stereotipi femminili e gli autoritratti costituiscono l’occasione per esprimere tale volontà. L’emblema di questa manifestazione rivendicativa si rintraccia in Frida Kahlo che si sofferma sulla rappresentazione del proprio corpo in maniera provocatoria. Lo esibisce a volte ferito, a volte persino imbruttito, accentuando alcuni tratti mascolini, come baffi e foltissime sopracciglia.
Gli autoritratti aiutarono Frida a trovare una nuova identità, ricreandola sia nell’arte che nella vita. Con il volto sempre uguale, come una maschera che quasi non lascia trapelare alcun sentimento o stato d’animo, la pittrice volge lo sguardo verso lo spettatore, catturato dai suoi occhi malinconici, sovrastati da sopracciglia scure particolarmente marcate che si uniscono alla radice del naso come ali d’uccello.